martedì 4 febbraio 2014

"Una discussione è troppo veloce per i tempi del cuore"

Devo sinceramente ammettere di non aver mai creduto che gli uomini fossero capaci di riflettere in profondità su emozioni e sentimenti, specialmente quando si tratta di problemi di cuore. Non è che sia colpa loro. Semplicemente, sono uomini (grazie al cielo!). Hanno altre qualità. Cambiano lampadine, lavano la macchina, riparano elettrodomestici (a volte), e soprattutto uccidono i ragni che corrono sui muri di casa. Ad ognuno il suo. A noi donne viene meglio parlare, parlare, parlare. E ancora parlare. Per questo motivo, ogni qual volta mio marito ha provato ad offrirmi il suo punto di vista in merito a qualche storia o corteggiamento finito male (per colpa di lui), io l'ho spesso deriso. Se non addirittura insultato. Senza nemmeno ascoltarlo, a volte. Lotta di genere. 

In questi giorni in cui l'oceano ci divide ci è capitato di tornare per la medesima volta sull'argomento. Questo lo scenario, in breve: lui e lei si frequentano per qualche tempo, tutto sembra andare alla grande (secondo lei), finchè lui non si fa più sentire, sparisce, o peggio, dal nulla esce con una frase del tipo, "Meglio se non ci vediamo più, non vorrei che fraintendessi", o simili. Io ho sempre affrontato (e consigliato di affrontare) la questione di petto, scoprendo le carte in tavola ed esigendo una presa di posizione. Mio marito, invece, è di un'altra idea. Mi chiede, "Quante volte forzare la mano di lui ha portato ad un risultato positivo?" Pensandoci, la risposta è, mai. Continua, "Non è parlandone che uno si convince. Se i tempi non sono maturi, discurne non cambia nulla." Mi azzittisco per un attimo. "Che cosa vuoi dire?" chiedo. Aggiunge mio marito, "Una discussione è troppo veloce per i tempi del cuore." Ecco, è stato come un fulmine a ciel sereno. 

Quando mio marito, quattro anni fa, mi ha proposto di trasferirici in America, senza pensarci nemmeno un attimo ho risposto sì, contenta. Siamo partiti, e quello che è accaduto nei primi mesi, forse anni, non è quello che mi sarei aspettata. Ho faticato, pianto, rifiutato con tutta me stessa queste circostanze, questa vita. Non solo non la ho amata, la ho disprezzata, e odiata. E quante parole sono state spese da amici, conoscenti, sconusciuti, nei miei confronti, nel tentativo di forzare il mio cuore ad accettare ed affezionarmi a questo luogo e questa vita. Ma era inutile. Anche se volevo, non riuscivo, non ne ero capace. Il mio cuore sembrava non sapere come. Finchè un giorno all'improvviso mi sono accorta che tutto è cambiato. Meglio, io sono cambiata. Sono finalmente a casa. Il mio cuore ama di nuovo.

Dunque? Dunque occorre tempo, occorre tanta pazienza e tanta tenerezza, da parte nostra come da parte di coloro che ci sono accanto, perchè il nostro cuore finalmente ami quello che ha davanti perfettamente come desidereremmo fin da subito. Occorre non avere paura di quello che siamo o di come reagiamo, o di come ci muoviamo. Occorre ubbidire e piegarsi a quello che accade, scommentendo su quell'intuizione dell'inizio e il desiderio di bene che ci ha mosso allora, come ora. Il tempo sembra passare troppo lentamente, e nulla sembra cambiare. O accadere. E parlarne non accorcia i tempi. Un bel giorno, però, ci fermiamo a guardare, e ci accorgiamo che le cose accadono, e cambiano. Un bel giorno amiamo di nuovo, perfettamente, come più vogliamo, accompagnati da chi ci sta accanto e con noi scommette sul nostro cuore.


Dedicato alle mogli straordinarie che ho incontrato in questi anni di vita californiana.