Sono
mesi e mesi ormai che mi dedico al giardinaggio, in vaso per il momento,
(eehhh.... al giardino ci pensa il giardiniere!) cercando di
coltivare il basilico e il rosmarino. Lo so, lo so, mi
hanno detto tutti che queste piante crescono da sole, che non c'è bisogno di curarle, e che praticamente è impossibile ucciderele.
Tant'é,
le mie sono morte tutte! Per cause naturali, povere piantine. O per
malnutrizione? Maltrattamento? Mancaza di amore? Povera me! La scena,
tra l'altro, si ripete sempre uguale. Compro la piantina (nel vaso),
la metto in giardino di modo che prenda un po' di sole e la bagno
regolarmente, le parlo, la incoraggio, “Vedrai, questa volta sarà
diverso!" Ma dopo qualche
settimana la piantina inizia intristirsi, cambia colore, fino a
seccarsi. Muore.
Perchè
insistere allora? Evidentemente ho altri talenti. Ma il rosmarino!
Nemmeno una piantina di rosmarino sopravvive in casa mia. Mi accorgo
così che è
diventata una sfida personale, una parabola che descrive questi ultimi anni. Come si dice che dicano in alcuni ambienti riabilitativi, il primo step è una piantina: se
riesci a prendertene cura sei pronto per lo step successivo, un animale
domestico. Se riesci a prenderti cura dell'animale, sei pronto per lo step
finale: prenderti cura di un'altra persona. Ecco, sto
cercando di provare a me stessa che sono pronta per il prossimo step (non letteralmente, non voglio un animale domestico!), e
questi continui fallimenti non sono proprio la risposta che vorrei...
Delusa
dalle piatine per la cucina, mi do ai fiori. Mia mamma, quando è
venuta a trovarmi, ha riempito vasi di fiori e piante. Che sono
tutti morti pochi mesi dopo la sua partenza. Ma sono rimasti i vasi.
Ci vuole una pianta facile facile. Il ciclamino, penso. Quello rosso vive qualche settimana. Muore poi disidratato.
Morte orribile. Quello bianco è più
fortunato: resiste per qualche mese. Devo essere sulla strada buona.
Decido così di
rischiare: gerani rosa e pure un ciclamino rosa. Questa volta compro della terra buona, leggo bene le istruzioni, e sono fedele nella
cura. Qualche mese dopo eccoli entrambi in fiore all'ingresso. Tutte le volte
che esco o entro in casa e li intravedo, mi sale un sorriso alla
bocca. Bellissimi. E soprattutto, ce l'ho
fatta! Sono pronta per il prossimo step!
Arriva
il momento di partire per le vacanze. Sono mesi ormai che i miei
fiori rosa mi tengono compagnia rigolgiosi all'ingresso. Li sposto
in giardino, dove verrano bagnati dal giardiniere durante la mia
assenza. Torno dopo parecchie settimane e subito controllo il loro
stato. Il ciclamino vive (è davvero una pianta facile!), ma i gerani sembrano malati. Ne parlo subito con mia mamma, che conferma. Farfalline nere ovunque. Cosa faccio? Non ci sono insetticidi che funzionino in questo caso. Mia mamma mi suggerisce di tagliare via tutto, violentemente, sperando rifioriscano fra qualche mese. Ma potrebbe non accadere. Aiuto! Dopo tutta questa fatica, e illusione di aver fatto un passo avanti, mi viene un groppo alla gola quando, forbice in mano, condanno a morte i miei gerani. Ma sembra essere l'unica soluzione. E così taglio, taglio, taglio via tutto. Rimangono i gambi e poche foglie. Questa volta non ho fallito. Ho perso. Per quanto fossi pronta.
Passano le settimane e non succede nulla. Io continuo a parlare coi miei gerani, porto loro acqua in abbondanza, e spero. Arriva il freddo, e anche le ultime foglie cadono. Natura spietata, penso. Per cosa mi sono impegnata dunque? È questa la legge della vita? È questo il fine? Cammino comunque verso la sconfitta?
Sembra la parabola della lotta mia e di mio marito contro la malattia che mi impedisce di concepire. Bassi, poi alti, ma per sprofondare poi nell'abisso. Mi sento così stanca. Scoraggiata. Sconfitta. Al punto di non guardare nemmeno più i miei fiori quando entro ed esco di casa.
Per questo motivo la sorpresa è ancora più grande quando un bel giorno mi accorgo che c'è del rosa: un piccolo fiore rosa sta iniziando ad aprire i suoi petali nel vaso all'ingresso, circondato da altri germogli pronti ad aprirsi al sole. Sono senza parole! Felice! Estatica! Mi fermo a contemplarli ogni giorno nella loro perfezione e voglia di vivere. Hanno vinto.
Sono solo fiori, è vero, ma in fondo sono molto di più: sono il colore e la forma della speranza. Non ho perso. Nonostante tutto, la vita ha vinto, germoglia e fiorisce. La natura risponde ad un Dio buono.